Nel Congresso internazionale “Relazionalità nel diritto: quale spazio per la fraternità?” del 2005, si è approfondita la dimensione relazionale nel diritto, e si è voluto verificare se – su questa base - è possibile vivere i rapporti giuridici con lo spirito di fraternità.
Le numerose testimonianze presentate nei diversi ambiti (diritto civile, penale, amministrativo, ecc.) hanno confermato che il principio di fraternità illumina l’ interpretazione ed applicazione della norma giuridica (ad es. con riferimento ai principi di rispetto della dignità umana e di uguaglianza di tutti gli uomini, già affermati nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e nelle Costituzioni degli Stati); può, inoltre, guidare la prassi dei diversi operatori giuridici, informando i loro comportamenti nei diversi ambiti: dal processo all’azione amministrativa, all’attività di diritto privato, ecc., questo se fulcro dell’operare è “l’altro” che si trova al termine di ogni rapporto.
Abbiamo poi, nelle diverse parti del mondo, guardato al diritto vigente per cogliere in esso spunti di fraternità, elementi che aiutino a vivere i rapporti giuridici con lo spirito di fraternità.
Oggi il diritto tende a riconoscere e tutelare diritti e interessi soggettivi; ci troviamo dinanzi ad una concezione soggettivistica del diritto, rafforzata dalla cultura individualistica che impronta la vita umana e sociale di oggi. Si è smarrita la coscienza del senso e del valore della relazione, ormai vissuta in funzione dei soggetti singoli e non come luogo in cui le persone possono realizzarsi.
Emergono così conseguenze negative sull’essere delle persone e sulle varie forme di convivenza: sembra così indispensabile riscoprire senso e valore delle relazioni.
Lo evidenzia anche Benedetto XVI nell’ultima Enciclica:
La creatura umana, in quanto di natura spirituale, si realizza nelle relazioni interpersonali. Più le vive in modo autentico, più matura anche la propria identità personale”. Perciò, il Papa invita ad un “approfondimento critico e valoriale della categoria della relazione (n. 53-54).
Studiosi, come ad esempio Habermas, rilevano che la difficoltà dei rapporti oggi nasce dall’incontro-scontro tra la dignità umana, che reclama uguale rispetto in ciascuno, e la fragilità intersoggettiva di tutte le forme di vita. A sua volta Luhmann osserva che la dignità ciascun individuo la conquista nella sua vita di relazione.
Guardando a queste forti richieste, emerge la decisiva importanza di imboccare la strada della ricerca dei modi con cui bisogna vivere le relazioni.
Su questa via intendiamo sviluppare la ricerca di Comunione e Diritto e tutti possono dare il proprio contributo di idee ed esperienze.