Rio + 20: il presente fraterno che noi vogliamo
La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile, nota anche come Rio+20, si è tenuta dal 15 al 22 giugno 2012, esattamente 20 anni dopo la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo, chiamata anche ECO-92 o Summit della Terra. Sebbene ci siano opinioni controverse riguardanti gli effetti del degrado ambientale a livello mondiale, si può tranquillamente parlare di un effettivo consenso per quanto riguarda il reale e graduale riscaldamento terrestre. Di conseguenza, gli aspetti ambientali sono ormai parte dell'agenda politica internazionale dei paesi, e non soltanto di quelli che sono impegnati per la salvaguardia del pianeta su cui viviamo.
Il Brasile ha assunto un ruolo di leadership nel processo decisionale in ambito internazionale nelle sfide di carattere globale, in particolare per quel che riguarda i temi dello sviluppo sostenibile, l’economia verde e i cambiamenti climatici. La sottoscrizione della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici, avvenuta nel 1992, la ratifica del Protocollo di Kyoto da parte di 141 paesi alla fine del 2004, che stabilisce degli specifici obiettivi di riduzione delle emissioni di gas responsabili dell'Effetto Serra (GES) per i paesi dell'allegato I e dispone la creazione del cosiddetto Meccanismo di Sviluppo Pulito (MSP), e la partecipazione attiva del Brasile alla Conferenza di Copenhagen nel 2009, e di Cancun nel 2010, sono esempi concreti di politica internazionale contro il riscaldamento globale.
Il rapporto recentemente pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (PNUA), attraverso il documento denominato “Panorama Ambientale Globale – GEO 5”, fa riferimento al progresso e agli obiettivi raggiunti di Rio 92. Il rapporto afferma che sono stati compiuti dei progressi significativi per eliminare la produzione e l'uso di sostanze che riducono lo strato di ozono, rimuovere il piombo dai carburanti, aumentare l'accesso alle risorse idriche e espandere la ricerca per ridurre l'inquinamento ambientale.
Il nostro paese è diventato uno dei leader e protagonisti nella partecipazione alle Conferenze mondiali che affrontano la tematica ambientale. La questione da discutere in Rio+20 non è stata soltanto quella della partecipazione statale o dei discorsi politici allineati all’agenda ambientale di ciascun paese, ma anche quella olistica e multilaterale che mira a promuovere l’effettiva partecipazione della società come protagonista della diffusione dei concetti comunemente utilizzati nei documenti ufficiali. L'articolazione dello sviluppo economico, della creazione di posti di lavoro dignitosi, dell’economia verde, nel tentativo di promuovere l'uso sostenibile delle risorse ambientali, della riduzione delle disuguaglianze e della povertà sono sfide da superare gradualmente dopo il summit Rio+20.
In un articolo precedentemente pubblicato dal PLURALE, ho riportato il pensiero di BAGGIO, costituzionalista italiano, che fa menzione dei principi democratici che sono emersi con maggiore enfasi durante la Rivoluzione francese. Secondo la sua opinione, che io condivido pienamente, il principio di fraternità, nel corso della storia, ha acquisito un significato universale, arrivando a identificare il soggetto al quale essa può riferirsi pienamente: il soggetto "umanità" - una comunità di comunità - l'unico che garantisce la completa espressione anche agli altri due principi universali, la libertà e l'uguaglianza.
Si ritiene che l'opinione espressa dall'autore italiano sopracitato sia coerente con la tesi che la fraternità è un diritto e, quindi, una guida affinché il Diritto Ambientale sia ampiamente realizzato. Facendo riferimento al soggetto "umanità" l’assunto comporta che l'ambiente sano sia obbligatorio per tutti, senza distinzione. Non si può omettere uno dei fattori chiave affinché la Conferenza e i risultati che ne verranno siano positivi e duraturi, quale che sia l'effettiva applicazione del principio di fraternità in modo olistico. Pertanto, i gruppi integrati (con la partecipazione della società civile, delle ONG, degli Stati, delle Organizzazioni Internazionali) non possono essere ridotti alla semplice somma delle sue parti. Sono integrati dall'universalità, essendo agenti della comunità di comunità, responsabili per l'umanità nel prendere decisioni attraverso trattati e / o principi che saranno lanciati affinché siano compiuti da tutti, contribuendo all'aumento delle cosiddette politiche socio-ambientali e della coscienza individuale e collettiva della popolazione mondiale.
Nonostante le critiche e la costante incredulità per quanto riguarda i risultati di Rio+20, è importante sottolineare che le prese di posizione brasiliane hanno contribuito ai cambiamenti di forze politiche in ambito internazionale. Il paese ha cercato, come una forma di governance basata su regole partecipative e rappresentative, a livello internazionale, di contribuire a far progredire le discussioni e far prendere e applicare le decisioni prese nei trattati e negli accordi internazionali. È bene ricordare che le azioni intraprese dalla società civile, dalle organizzazioni internazionali e le ONG sono molto importanti nell'applicazione e nella diffusione della mutua responsabilità di prendersi cura dell'ambiente.
In realtà, non è il "futuro che noi vogliamo" ciò che è in gioco, bensì il "presente fraterno che noi vogliamo", che, naturalmente, si riflette nel futuro. Pertanto, sostengo la tesi che il principio di fraternità è il vettore, la guida da seguire per l'applicazione del principio di sostenibilità e per l’effettiva realizzazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. È l'amore reciproco, l’aiuto tra gli stessi individui della società che rendono possibile un ambiente ecologicamente equilibrato e armonico. Applicare il principio di fraternità diventa fondamentale per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, di carattere comunitario, universale e fraterno, in quanto include l'umanità.
* Rafaela Silva Brito_ avvocato internazionalista ed ambientale in Brasile. Coordinatrice giuridica dell´ufficio Lubbad. Specialista in Diritto Ambientale e specialista in Diritto Internazionale. Master in Gestione e Audit Ambientale. Giornalista del Plurale in Brasile.