Comunione e diritto all’Università di Parma
La prestigiosa Aula dei Filosofi della facoltà di Giurisprudenza di Parma ha accolto il convegno “Diritto e relazione. Dialogo sul metodo e sul fine della norma e della prassi giuridica”, che ha visto la partecipazione di oltre 120 persone nella mattinata di sabato 15 novembre.
Tra essi, parecchi i giovani studenti, che si sono particolarmente appassionati a questo nuovo modo di approcciarsi a queste tematiche, puntando ad una lettura positiva, solidaristica, delle leggi e degli organismi esistenti.
Il moderatore, notaio Antonio Caputo, ha sottolineato il fine del convegno: “Si intende partire dalla norma e dalla prassi giuridica, per dialogare sul metodo migliore possibile al fine di rigenerare un legame vitale e reale tra le persone e le collettività. A questo punto ci si chiede se concetti come solidarietà e fraternità hanno o possono avere anche una prospettiva ed una dignità giuridica, e per questo chiediamo aiuto e conferme agli accademici”.
Ha aperto il Convegno il Rettore dell’Università, ringraziando gli organizzatori e sottolineando l’importanza per l’Università di aprirsi a questi argomenti che portano novità positive: “Di solito chi si occupa di diritto non si occupa di relazione”, ha sottolineato, evidenziando l’importanza invece di interrogarsi su questi temi.
La prof. Lucia Scaffardi – professoressa aggregata di diritto costituzionale comparato all’Università di Parma - si è soffermata sulla lettura di alcuni articoli della Costituzione italiana, evidenziando l’importanza di guardare alla solidarietà non solo con una visione autoritativa (una solidarietà imposta dalle leggi statali, cosi come è emerso dalla rivoluzione francese), ma di sottolineare il rapporto tra libertà e solidarietà: la solidarietà si concretizza attraverso la fraternità, che diviene efficace esercizio della libertà. E la solidarietà, liberamente assunta, può divenire giuridica.
Il prof. Buonomo, ordinario di diritto internazionale all’Università Lateranense, ha messo in luce il rapporto tra diritti, doveri e comunità, rilevando come “i miei diritti finiscono dove iniziano i miei doveri verso l’altro” (visione particolarmente apprezzata dagli studenti presenti). Ha inoltre sottolineato l’importanza della condivisione delle norme, poiché, sia nel diritto interno che in quello internazionale, è difficile applicare una norma non condivisa.
La sua lettura del diritto internazionale e dei rapporti tra gli stati e gli organismi internazionali ha aperto alla speranza.
Nel dialogo poi sono emersi ulteriori spunti, e l’intenzione di molti a continuare e approfondire lo studio su questi argomenti.
La vita degli operatori del diritto, che con il loro impegno di ogni giorno incarnano gli ideali di fraternità, ha indicato la via per testimoniare e rendere credibili gli ideali e i valori presentati nel convegno.
Ci siamo lasciati con l’augurio di rivederci affinché anche da Parma possa partire una nuova cultura giuridica ed una nuova prassi applicativa.